Dal 1° gennaio 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni (ZEmB: Zero Emission Building). Tale scadenza è anticipata al 2028 per gli edifici pubblici di nuova costruzione. Gli Stati membri potranno stabilire piani nazionali dettagliati, ma gli obiettivi comuni restano vincolanti
2. Chi sarà obbligato ad adeguare il proprio immobileLa Direttiva impone tappe ben definite e punta alla decarbonizzazione del settore edilizio entro il 2050, in linea con l’obiettivo UE di ridurre le emissioni in tutti i settori strategici, inclusi energia, trasporti, industria.
3. Gli incentivi previsti per le ristrutturazioniPer i lavori di ristrutturazione di edifici esistenti, in attesa di sapere quali saranno gli eventuali incentivi collegati alla Direttiva 'Case Green', già nel 2025 puoi usufruire del Bonus Ristrutturazioni e dell’Ecobonus, che sostiene gli interventi di riqualificazione energetica.
Cos’è la Direttiva Case Green e cosa prevede
La direttiva (UE) 2024/1275, nota come Direttiva “Case Green”¹ è una Legge europea che contiene misure volte a ridurre progressivamente i consumi energetici e le emissioni di CO₂ del parco edilizio dei 27 stati membri, con l’obiettivo finale di raggiungere la completa decarbonizzazione entro il 2050. Questo traguardo dovrà essere raggiunto attraverso interventi di riqualificazione energetica e di miglioramento delle prestazioni degli edifici.
Una “casa green” può essere definita come un edificio a emissioni zero o quasi zero il cui consumo totale annuo di energia primaria sia coperto da energia proveniente da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze (ad esempio, attraverso un sistema efficiente di teleriscaldamento). Quindi la “casa green” è un edificio ad altissime prestazioni che produce zero emissioni in loco di carbonio da fonti fossili e un quantitativo nullo o molto basso di emissioni operative di gas ad effetto serra.
Per raggiungere questi obiettivi, la direttiva europea stabilisce:
- un quadro comune aggiornato per definire una nuova metodologia di calcolo della prestazione energetica complessiva degli edifici e delle singole unità immobiliari
- l’introduzione di nuovi standard minimi di efficienza energetica che gli edifici dovranno rispettare.
Ad oggi, circa il 35% degli edifici presenti nell’Unione Europea ha oltre 50 anni, e quasi il 75% del patrimonio edilizio risulta energeticamente inefficiente. Il tasso medio annuo di riqualificazione energetica si attesta attorno all’1%, un valore considerato decisamente insufficiente.²
La Direttiva “Case Green”, detta anche EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) IV, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale in data 08/05/2024 e ci sono due anni di tempo dall’entrata in vigore del provvedimento affinché ogni singolo paese adotti un piano nazionale per la riqualificazione edilizia, finalizzato alla progressiva diminuzione del consumo energetico degli edifici. Nello specifico, entro il 29 maggio 2026, ogni Stato membro dovrà:
- definire un piano nazionale per migliorare gradualmente l’efficienza energetica degli edifici residenziali, indicando la riduzione media del consumo di energia (in kWh per metro quadro all’anno) dal 2020 al 2050
- stabilire quanti edifici o abitazioni devono essere ristrutturati ogni anno, specificando anche quante tra queste rientrano nel 43% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche.
Ogni paese ha la facoltà di decidere in modo autonomo a quali tipologie di edifici va data la priorità, seguendo comunque le scadenze europee.
Obiettivi ambientali e timeline europea
Stop incentivi fiscali sulle caldaie a gas.
Gli edifici pubblici di nuova costruzione (per esempio scuole, ospedali, uffici pubblici) dovranno essere a emissioni zero.
Per tutti gli edifici di nuova costruzione con superficie coperta utile maggiore di 1000 mq si rende obbligatorio il calcolo del GWP.
Ridurre il consumo energetico medio di energia primaria in kWh/(mq a) degli edifici residenziali del 16% rispetto al 2020.
Entro il 2030, il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere ristrutturato.
Tipologie di edifici interessati
La Direttiva “Case Green” ha stabilito obiettivi diversi a seconda della tipologia degli immobili.
Iniziando dagli edifici residenziali esistenti, ogni stato dovrà individuare il numero e la superficie occupata dal 43% degli edifici residenziali con le prestazioni energetiche peggiori. Il consumo delle abitazioni private dovrà diminuire gradualmente del 16% entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Ristrutturando il 43% delle abitazioni, gli Stati dovranno conseguire come obiettivo finale almeno il 55% del calo del consumo medio di energia primaria.
Per quanto riguarda gli immobili non residenziali esistenti (per esempio uffici e negozi), ciascuno Stato dovrà stabilire una soglia e norme minime di prestazione energetica con l’obiettivo di riqualificare almeno il 16% del totale questi edifici entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Una volta che ogni Stato europeo avrà stabilito i parametri, sarà poi possibile collegare queste soglie (ora ancora indefinite) a una specifica classe di prestazione energetica, rendendo più semplice l’attuazione di questa norma.
Ricordiamo infine che, per quanto riguarda gli edifici di nuova costruzione, quelli non residenziali dovranno essere a emissioni zero dal 2028, quelli residenziali dal 2030.
Direttiva “Case Green” in Italia: cosa cambia
In Italia la Direttiva “Case Green”, secondo le ultime notizie, è ancora in fase di elaborazione in quanto ci sono due anni di tempo per elaborare il piano attuativo, e precisamente fino al 29 maggio 2026. Gli obblighi per l’Italia sono i medesimi degli altri paesi e seguono la stessa tabella di marcia: partono dall’eliminazione quest’anno (2025) degli incentivi per le caldaie a gas e terminano con l’obiettivo finale della decarbonizzazione degli edifici nel 2050. Analizziamo nello specifico la situazione immobiliare italiana oggi.
Secondo una ricerca di maggio 2024³, il 54% delle abitazioni italiane risulta avere classi energetiche con le performance peggiori (classi F e G). In dettaglio, nella zona climatica D (dove vi sono città come Roma, Firenze, Genova, Ancona), la percentuale di abitazioni con le prestazioni peggiori raggiunge il 65%, incidendo molto sui consumi energetici del settore residenziale che rappresentano il 25% del totale.
Per portare a termine il processo di efficientamento previsto dalla normativa UE, sarà richiesto un investimento di 83,4 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, grazie al quale le famiglie potranno beneficiare di un risparmio medio del 36% sulle spese energetiche.
Quali immobili dovranno essere ristrutturati entro il 2030
Come abbiamo visto, in Italia più della metà degli edifici appartiene alle classi energetiche F o G, le due più basse e meno efficienti, ma la direttiva riguarda anche altri edifici.
E’ stato calcolato che circa 12 milioni di edifici residenziali presenti sul territorio italiano⁴ (oltre l’82% degli edifici totali), dovranno essere ristrutturati entro il 2050 per adeguarsi ai nuovi standard energetici della Direttiva Green UE. Ricordiamo infatti che entro il 2030 per il parco immobiliare residenziale bisognerà ridurre il consumo medio di energia primaria del 16%, per arrivare ad una riduzione del 20-22% entro il 2035.
Da quando è stata approvata questa normativa, ci si chiede quali saranno le case non vendibili dal 2030. La direttiva non vieta esplicitamente la vendita degli immobili meno efficienti, ma impone un percorso obbligato di miglioramento delle prestazioni energetiche per tutti gli edifici, progressivamente entro il 2050.
Si suppone che si potranno ancora vendere case di qualsiasi classe energetica, ma gli edifici residenziali dovranno iniziare un percorso di miglioramento per rientrare nei parametri stabiliti dal relativo Stato membro: l’acquirente potrebbe dover ristrutturare l’immobile dopo l’acquisto, se non conforme alle disposizioni che verranno imposte. I Paesi membri (come l’Italia) potranno decidere se e come limitare la vendita o il trasferimento di proprietà di immobili non conformi.
Le sanzioni previste
Attualmente, la Direttiva Europea "Case Green" non prevede sanzioni specifiche per i proprietari che non adeguano i propri immobili agli standard energetici richiesti entro le scadenze stabilite. Non sono imposti divieti di vendita o affitto per gli edifici non conformi, né sono previste multe automatiche a livello europeo.
La Direttiva UE permette ai singoli Stati di decidere se introdurre sanzioni nel proprio Paese per chi non rispetta le regole previste dalla direttiva stessa. In Italia, al momento, non sono ancora state definite sanzioni specifiche per il mancato adeguamento.
È possibile che in futuro vengano introdotte restrizioni, come il divieto di vendere o affittare immobili non conformi, o l'obbligo di aggiornare l'Attestato di Prestazione Energetica (APE) per i contratti di locazione. In Francia da gennaio non è possibile dare in locazione le abitazioni in classe G e nel 2034 il veto arriverà alla classe E.
Interventi richiesti per rendere una casa “green”
Gli interventi tipici per adeguare un immobile alla Direttiva Green UE sono molti.
A migliorare sensibilmente la prestazione energetica di un edificio sono: l’aggiunta di isolamento termico (come l’isolamento a cappotto), la sostituzione degli infissi, l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo dell’energia, la sostituzione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, l’installazione di impianti di domotica e di ventilazione meccanica controllata, l’uso di lampadine LED.
Questi interventi spesso vanno svolti in modo sinergico tra loro per ottenere i migliori risultati.
Requisiti tecnici e miglioramenti energetici
Indubbiamente installare un nuovo generatore come una pompa di calore ad alte prestazioni energetiche influisce positivamente sulla classe energetica di un’abitazione, così come la posa di pannelli solari o fotovoltaici per l'autoproduzione rispettivamente di acqua calda ed energia elettrica.
Gli Stati membri devono stabilire requisiti per ottimizzare il consumo energetico dei sistemi tecnici negli edifici. Questi requisiti devono essere applicati sia a nuove installazioni che a sostituzioni. Per citarne alcuni:
- requisiti per impianti di riscaldamento a bassa temperatura e dispositivi autoregolanti
- obbligo di installazione di dispositivi di misurazione e controllo per la qualità dell'aria interna negli edifici non residenziali a emissioni zero
- promozione dello stoccaggio di energia per le energie rinnovabili.
Uno tra gli aspetti che più incidono nel miglioramento energetico, forse il più importante, riguarda l’isolamento termico.
Un intervento tipico è l’installazione di un cappotto termico esterno o interno in quanto riduce la dispersione di calore dalle pareti. Altro lavoro vantaggioso per ottenere miglioramenti della classe energetica è isolare il tetto o il sottotetto: fondamentale per trattenere il calore d’inverno e mantenere fresco d’estate e rendere una mansarda confortevole.
Infine un intervento che può fare la differenza è la sostituzione delle finestre o la coibentazione dei serramenti: gli infissi a taglio termico e vetri basso-emissivi migliorano l’isolamento di finestre e porte (ed evitano i noti “ponti termici” fonte di dispersione del calore).
L’installazione di finestre per tetti ad alte prestazioni complete di schermature solari, come le finestre per tetti e le tapparelle VELUX, consente di migliorare il comfort abitativo, ridurre l’uso di luce artificiale e ottimizzare il ricambio d’aria, contribuendo in modo concreto agli obiettivi e alle buone pratiche di efficienza energetica previsti dalla Direttiva “Case Green”.
Incentivi e deroghe alla Direttiva “Case Green”
Per quanto riguarda la Direttiva “Case Green” 2030, in Italia non ci sono ancora degli incentivi specifici. Per il 2025 sono comunque attivi l’Ecobonus e il Bonus ristrutturazione che aiutano economicamente ad affrontare quegli interventi di restauro e miglioramento delle prestazioni energetiche che praticamente diventeranno obbligatori per la maggior parte delle abitazioni italiane tra pochi anni con la Direttiva Green UE.
Possiamo attenderci che gli Stati prevedano misure a sostegno e finanziamenti per incentivare e rendere possibili i lavori di ristrutturazione necessari per rendere gli edifici energeticamente efficienti.
Bonus edilizi e nuove agevolazioni
Se stai pensando di ristrutturare la tua casa seguendo quanto previsto nella Direttiva “Case Green”, il Bonus fiscale attualmente in vigore in Italia è l’Ecobonus. Questa detrazione fiscale riguarda praticamente tutti gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, per esempio: sostituzione degli impianti di riscaldamento (ad eccezione delle caldaie a gas), isolamento termico, sostituzione di infissi e serramenti comprese le finestre per tetti con relative schermature solari, installazione di pannelli solari, installazione di domotica.
L’Ecobonus 2025 prevede una detrazione fiscale del 50% per le abitazioni principali e del 36% per le seconde case (che sembrano non ricadere nell’obbligo della direttiva UE e questo potrebbe essere la motivazione di una minore incentivazione), con dei massimali di spesa che variano a seconda del tipo di lavori. Per la sostituzione degli infissi il massimale è di 60.000 euro.
Se invece vuoi ristrutturare un sottotetto non riscaldato per trasformarlo in mansarda abitabile, la detrazione attualmente attiva ed utilizzabile è il Bonus ristrutturazione 2025, che può essere richiesto anche per lavori in ambienti non riscaldati. In questo caso vengono incentivati i lavori di risanamento, restauro, manutenzione straordinaria (ordinaria solo per le zone comuni condominiali). Le percentuali di detrazione sono le stesse dell’Ecobonus e il massimale di spesa è di 96.000 euro.
A proposito degli altri bonus:
- il Superbonus è scaduto lo scorso 15 ottobre 2024, ad eccezione delle zone terremotate
- il Sismabonus e il Bonus barriere architettoniche sono ancora attivi e hanno l’obiettivo di sostenere economicamente le spese di ristrutturazione, pur non incidendo nel miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici.
Possiamo prevedere che nel prossimo futuro l'Italia studierà ed attiverà altri incentivi finalizzati a raggiungere gli obiettivi della Direttiva “Case Green”, in particolare per le ristrutturazioni profonde e presumibilmente incentivando in misura maggiore i ceti meno abbienti e le prime case.
Chi è escluso dagli obblighi della Direttiva
C’è da dire che, nonostante l’ambizioso obiettivo 2050, la nuova Direttiva Green UE prevede diverse eccezioni. Tra gli immobili che potranno essere esclusi dagli interventi di ristrutturazione ci sono monumenti, edifici con particolare valore storico e architettonico, chiese e altri luoghi di culto, edifici a uso temporaneo, seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri, edifici agricoli.
Queste esenzioni sono previste per preservare il patrimonio culturale e tenere conto dell'uso limitato di alcune strutture.
Cosa fare oggi per adeguarsi alla Direttiva “Case Green”
Se non hai una casa passiva (edificio progettato per ridurre al minimo il consumo energetico), in primo luogo è consigliato effettuare una diagnosi energetica per capire con precisione qual è lo stato dei consumi, individuando sprechi e punti critici. Con l’aiuto di un professionista esperto puoi valutare quali sono gli interventi che puoi svolgere nella tua abitazione per migliorare la situazione in vista dei futuri obblighi della Direttiva “Case Green”. In seguito il professionista può effettuare anche il calcolo della classe energetica attuale e prevedere quella che otterrai dopo la ristrutturazione (dalla classe G, la peggiore, alla classe A4, la più efficiente).
Come abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti, ci sono parecchi tipi di lavori che puoi pianificare e far svolgere (usufruendo di vantaggiose detrazioni fiscali come l’Ecobonus o il Bonus ristrutturazioni). Ad esempio la sostituzione della caldaia incide nel miglioramento energetico ed è incentivabile con l’Ecobonus, ma vale la pena farla se l'impianto ha già qualche anno, oppure puoi posticipare.
L’isolamento termico ti aiuta molto a migliorare le prestazioni energetiche e, a seconda del tipo di abitazione, puoi valutare se fare una coibentazione delle pareti e del tetto, soprattutto se vivi in mansarda.
Dovrai poi pensare di aggiungere pannelli solari che, secondo la Direttiva UE, saranno obbligatori per tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali dal 2026 in poi, superati i 250 mq di superficie coperta, ed entro il 2030 obbligatori per tutti i nuovi edifici residenziali.
Come abbiamo visto, tra le altre soluzioni che migliorano non solo le prestazioni energetiche della tua abitazione ma anche il benessere abitativo quotidiano c’è la sostituzione degli infissi, un intervento poco invasivo che non richiede pesanti lavori di ristrutturazione. Le finestre da tetto VELUX, ad esempio, grazie alle loro prestazioni tecniche, permettono di isolare e incrementare l’apporto di luce e aria in modo efficiente, contribuendo al miglioramento della classe energetica della tua abitazione ma anche della qualità della vita.
Laureato all’Università di Padova nel 2004, cantiere dopo cantiere ha sviluppato competenze solide nelle tecnologie costruttive e nell’innovazione di soluzioni edificio-impianto, con l’obiettivo di realizzare edifici sicuri, performanti e sostenibili.
Negli anni ha approfondito il tema delle normative nel settore dell’edilizia, trovando in VELUX il partner ideale per mettere a disposizione il suo know-how.