Bonus ristrutturazione 2025: i dettagli e le novità
Il Bonus ristrutturazione è un’agevolazione fiscale per i lavori di restauro degli immobili residenziali che dal 2025 ha due diverse percentuali di detrazione: il 50% per i lavori nelle abitazioni principali e il 36% nelle seconde case.
2. Quali lavori sono detraibili con il Bonus ristrutturazione
I principali lavori che possono rientrare nel Bonus ristrutturazioni sono lavori di manutenzione straordinaria (come il recupero di un sottotetto), il restauro e il risanamento conservativo. Nelle parti comuni condominiali sono detraibili anche i lavori di manutenzione ordinaria.
3. Importi massimi di spesa del Bonus ristrutturazione
Anche per quest’anno il tetto massimo di lavori detraibili è di 96.000 euro, che potrai recuperare come minori tasse in 10 rate annuali, di pari importo. Oltre alle due percentuali per tipo di abitazione, un’altra novità del 2025 sono i nuovi massimali di detrazione per redditi superiori ai 75.000 euro.
Come funziona il Bonus ristrutturazione 2025
Il Bonus ristrutturazione è un’agevolazione fiscale storica, attiva in Italia dal 1998. Nel corso degli anni è stata prorogata e modificata più volte, per quest’anno è stata rinnovata con novità che riguardano soprattutto le percentuali di detrazione. La Legge di Bilancio 2024, per la prima volta infatti ha premiato in misura maggiore i lavori nelle abitazioni principali con una detrazione del 50%, riservando il 36% per i lavori nelle abitazioni successive. Il tetto massimo di spesa detraibile resta confermato a 96.000 euro.
La norma specifica che per ottenere il Bonus i lavori devono riguardare l’”abitazione principale” ovvero quella in cui si risiede abitualmente o si ha la residenza anagrafica.¹ Il concetto di “prima casa”², è diverso: riguarda le agevolazioni fiscali per l’acquisto del primo immobile(per esempio l’IVA ridotta). Nella maggior parte dei casi l’abitazione principale corrisponde con la prima casa acquistata, quindi nel linguaggio comune i due termini vengono spesso usati come sinonimi. La casa principale è chiamata “prima casa” anche per distinguerla dalla casa delle vacanze o da altri eventuali immobili (“seconda case”).
La doppia percentuale di detrazione, più generosa per le abitazioni principali e più bassa per le abitazioni secondarie (seconde case, ecc) è prevista anche per i prossimi anni, con una progressiva diminuzione delle percentuali. La stessa Legge di Bilancio ha già indicato per il biennio 2026/2027 una percentuale del 36% per i lavori di ristrutturazione nelle prime case e del 30% per le seconde case. L’importo massimo dei lavori di ristrutturazione per i quali richiedere il bonus resterà di 96.000 euro.
Le detrazioni per la ristrutturazione nel 2025, come abbiamo anticipato, hanno una percentuale del 50% per i lavori nelle case principali, con un tetto massimo di spesa di 96.000 euro: potrai quindi detrarre dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) fino a 48.000 euro in 10 anni, con rate di pari importo.
Se fai lavori edili nelle seconde case e altri immobili che non sono l’abitazione principale il tetto massimo rimane di 96.000 euro mentre la percentuale scende al 36%: potrai detrarre fino a 34.560 euro, sempre spalmati in 10 anni.
Anche nel 2025 le agevolazioni fiscali per la ristrutturazione riguardano le spese sostenute nel corso dell’anno per lavori su:
- singole unità immobiliari residenziali
- parti comuni di edifici residenziali
situati nel territorio dello Stato italiano.
A partire dal 2023, con l’entrata in vigore del DL n. 11/2023³, per tutti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio detraibili con il Bonus ristrutturazione, non è più disponibile l’opzione di sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta.
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Tipi di interventi detraibili
Le agevolazioni fiscali per la ristrutturazione nel 2025 hanno mantenuto lo stesso tipo di lavori detraibili degli anni precedenti. Ecco quali sono:
- lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ad esempio, l’adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto dei volumi esistenti o l’apertura di nuove finestre
- ristrutturazioni edilizie, come la realizzazione di una mansarda o di un balcone
- manutenzione ordinaria, ma solo se riguarda le parti comuni di edifici residenziali oppure il singolo immobile all’interno di un intervento più ampio (per esempio, il rifacimento della cucina con la tinteggiatura delle pareti).
- ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati da eventi calamitosi purché sia stato dichiarato lo stato di emergenza
- interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, come l’installazione di ascensori o montacarichi, anche esterni all’edificio
- installazione di dispositivi tecnologici e soluzioni avanzate per facilitare la mobilità di persone con disabilità
- bonifica dell’amianto e lavori destinati a migliorare la sicurezza domestica
- misure di prevenzione contro atti illeciti da parte di terzi, come furti o aggressioni
- interventi per la cablatura degli edifici, la riduzione del rumore, il risparmio energetico, nonché l’adozione di soluzioni per la sicurezza statica e antisismica degli edifici.
Tutti i lavori detraibili possono essere eseguiti su abitazioni private, di qualsiasi categoria catastale, comprese quelle rurali, e relative pertinenze. L’unica categoria esclusa è la A10, che riguarda studi professionali privati o scuole private⁴.
Requisiti per accedere al bonus
La norma prevede che possono beneficiare del Bonus ristrutturazione tutti i contribuenti assoggettati all’Irpef, a patto che possiedano o detengano, sulla base di un titolo idoneo, gli immobili oggetto degli interventi e sostengano le spese di ristrutturazione da detrarre. Potrai quindi detrarre i lavori per la ristrutturazione della tua casa di proprietà ma anche, in accordo con il proprietario, della casa in cui sei in affitto (in questo caso potrai detrarre solo le spese da te sostenute, non quelle eventualmente sostenute dal proprietario).
La norma prevede che gli interventi detraibili siano eseguiti su immobili residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze. Sono esclusi da questo bonus gli immobili a destinazione produttiva, commerciale e direzionale. In pratica puoi usare questo bonus per recuperare parte delle spese per i lavori eseguiti anche su un casale di campagna, invece non rientrano in questo Bonus i lavori per ristrutturare un ufficio o la sede di un’azienda.
Per ottenere il Bonus ristrutturazioni dovrai presentare:
- ricevute dei bonifici parlanti
- documentazione tecnica specifica per tipo di intervento
- asseverazioni dei tecnici, se richieste
- titoli abilitativi richiesti dalla normativa edilizia locale (SCIA, CILA, Permesso di costruire, ecc.)
- DURC aggiornato dell'impresa
- ricevuta della comunicazione ASL (se obbligatoria)
- registrazione sul portale ENEA (necessaria solo in caso di lavori di miglioramento energetico)⁵.
Novità e cambiamenti per il 2025
Come abbiamo visto, rispetto al 2024 il classico “bonus casa” o “bonus 50” per la ristrutturazione rimane al 50% solo per i lavori nelle abitazioni principali. In tutte le altre seconde case l’agevolazione fiscale scende al 36%.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2024 ha già previsto che nel biennio 2026/2027 ci sarà una ulteriore rimodulazione dell’incentivo: le percentuali si abbasseranno al 36% per le prime case e al 30% nelle seconde con la previsione (salvo novità che emergeranno nei prossimi anni) di arrivare al 30% per tutti i lavori dal 2028. Il tetto di spesa passerà dagli attuali 96.000 euro a 48.000 euro. Se stai pensando di ristrutturare, farlo nel corso del 2025 ti permetterà di recuperare un importo più alto di lavori, grazie al risparmio fiscale (spalmato in 10 anni).
L’altra novità rispetto agli anni precedenti riguarda tutte le agevolazioni fiscali 2025 per i lavori in casa, compresi l’Ecobonus per la sostituzione delle finestre e il Bonus Ristrutturazione: si tratta dell’introduzione di un tetto massimo di spesa detraibile per chi ha redditi complessivi annuali di oltre i 75.000 euro. Ci sono due scaglioni di importo base detraibile:
- 14.000 euro per i contribuenti con reddito tra i 75.000 e i 100.000 euro
- 8.000 euro per i contribuenti con reddito oltre i 100.000 euro.
L’importo base va poi moltiplicato per un coefficiente che dipende dal numero di figli a carico e dall’eventuale presenza di disabili. Il coefficiente moltiplicativo è:
- 0.5 in assenza di figli a carico (in sostanza, si dimezza l’importo base)
- 0.7 con un figlio a carico
- 0.85 con due figli a carico
- 1 con tre o più figli a carico o con un figlio disabile (in questo caso l’importo base resta invariato).
Come funziona il Superbonus del 70% nel 2025?
Il Superbonus del 70% è scaduto nel 2024, dopo aver subito una serie di rimodulazioni negli ultimi anni. Il Superbonus nel 2025 è attivo al 65% solamente per quegli interventi che, entro il 15 ottobre 2024, avevano già inviato le seguenti documentazioni:
- per lavori non condominiali: presentata la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata)
- per gli interventi condominiali: approvata dall’assemblea condominiale la decisione che autorizza l’esecuzione dei lavori e trasmessa la relativa CILA
- in caso di demolizione e ricostruzione: presentata la richiesta per il rilascio del Permesso di costruire necessario a realizzare l’opera.
Anche nel 2025, ristrutturare conviene
Una casa ristrutturata ha un valore maggiore sul mercato, oltre a essere più bella, confortevole ed efficiente dal punto di vista energetico.
Se stai pensando di recuperare il sottotetto e trasformarlo in una luminosa mansarda, o vuoi migliorare la tua mansarda, il Bonus ristrutturazione 2025 è assolutamente vantaggioso e imperdibile: già dal prossimo anno, infatti, le percentuali di spesa detraibile saranno ridotte e potrai recuperare un importo meno consistente di lavori.
Infine, ricorda che le normative possono cambiare nel corso dei mesi: prima di avviare il tuo progetto di ristrutturazione, informati con il tuo commercialista o consulta un professionista esperto.