Un villino degli anni ’50, abbandonato ma pieno di fascino, è stato completamente ristrutturato da una coppia di architetti, che lo ha trasformato nella loro casa-studio. Un nido colorato ed accogliente, inondato di luce naturale.

Ci troviamo a Marene, in Piemonte, un piccolo comune alle porte delle Langhe, nel cuore della provincia di Cuneo: tanto verde, buon cibo e ottimo vino.

A un centinaio di metri dalla piazza principale del paese, a ridosso della scuola, sorge un’abitazione decisamente contemporanea che, pur conservando la forma originaria, offre spunti architettonici davvero interessanti. È la casa di Claudio, Elisa, Gaia e della tartaruga Mirimiro. Un giardino curato, con un grande albero di cachi a far da protagonista, in connessione diretta e continua con gli spazi interni dell’abitazione grazie a uno splendido bow-window e alle tante finestre, poste anche sul tetto.

"Nel vedere il villino per la prima volta, nonostante fosse disabitato da anni, è emerso molto potenziale; abbiamo così deciso subito di dargli una nuova vita, trasformandolo nella nostra casa". Elisa e Claudio.

Spazi armonici, legno, colore e luce naturale

La passione dei proprietari per le architetture nord europee emerge nella scelta dei materiali, soprattutto nei legni chiari; quella per il design anni ’50 è evidente nei colori e in alcuni oggetti iconici posizionati qua e là. L’assenza di edifici alti intorno alla casa ha consentito di porre al centro del progetto anche la luce naturale, immaginando gli spazi in movimento continuo, nel corso di tutta la giornata.

Dal punto di vista progettuale il primo lavoro affrontato è stato scegliere cosa valesse la pena conservare del vecchio edificio. Così, mentre tutti i muri esterni sono ancora quelli originari, la distribuzione degli interni è stata modificata, senza però stravolgerla del tutto. Elisa e Claudio hanno voluto mantenere la disposizione labirintica degli spazi, creando tante piccole aree, molto contenute e caratterizzate. Per aumentare il senso di libertà, i progettisti hanno scelto uno sviluppo verticale, inserendo delle doppie altezze che hanno permesso di illuminare dall’alto il primo piano attraverso le finestre per tetti VELUX inserite in copertura. Una decisione che ha anche consentito di realizzare la cameretta di Gaia su più livelli, collegati da una scala interna, e immersi nella luce zenitale.

“Avere luce naturale in abbondanza durante tutto l'arco della giornata è proprio un sistema per creare benessere all'interno della casa.”
Claudio

Una mansarda funzionale ma anche un po’ magica

Il villino si sviluppa su tre livelli; al piano terra trova posto la sede di FLUIDO /ARCH, lo studio di architettura dei padroni di casa.

Da qui, una scala porta al primo piano dove c’è la cucina, cuore della casa, progettata e realizzata su misura. La zona giorno, seppur aperta, è suddivisa in quattro zone distinte: la cucina, posta al centro, si apre da un lato verso la zona pranzo, dall’altra verso il soggiorno e di fronte verso il bow-window, da cui si può praticamente sfiorare la chioma del grande albero di cachi.

Il primo piano ospita anche la camera padronale e la parte inferiore della cameretta di Gaia. Proseguendo a salire si arriva al piano più alto, quello mansardato, spazio completamente ripensato in fase di ristrutturazione.

Originariamente il sottotetto era uno spazio tecnico, non abitabile. Oggi è aperto e flessibile: accoglie una zona relax, un’area per lo smart working e un angolo dedicato alla libreria che si affaccia sul soggiorno del piano sottostante. Ma la protagonista del sottotetto è senza dubbio la cameretta di Gaia. Nella parte più bassa si trova la zona giochi, sul soppalco c’è invece il letto sopra il quale è stata inserita una finestra per tetti VELUX, due scalini più in alto un ampio spazio con scrivania e libreria, anch’esso illuminato da luce zenitale.

“Per lei abbiamo pensato un ambiente che potesse essere un po’ magico agli occhi di un bambino, con tanti piccoli spazi in cui fare attività diverse.”

Nel piano mansardato è stato ricavato anche un bagno, dalle tinte pastello, per dare risalto alla luce proveniente dalla finestra da tetto, unica fonte di illuminazione e ventilazione di questo ambiente.

Luce dal tetto durante tutto il giorno

La disposizione delle finestre per tetti VELUX è stata progettata con cura, in modo da far entrare tutta la luce naturale possibile da diversi punti della copertura e da ogni direzione. Questo fa sì che gli ambienti siano illuminati in modo costante, ma sempre diverso, dall’alba al tramonto.

I modelli scelti per la casa di Claudio, Elisa e Gaia sono tutti in legno di pino e si sposano perfettamente con i toni naturali del tetto. Sono anche automatizzati e per aprirli o chiuderli basta un semplice telecomando. I proprietari hanno poi scelto di completare le finestre per tetti con le tapparelle VELUX. Oltre a migliorare il comfort in casa, le tapparelle proteggono dal caldo in estate e isolano dal freddo in inverno, garantendo un oscuramento ottimale in qualsiasi momento della giornata. Infine, un sensore pioggia assicura la chiusura automatica dei lucernari in caso di temporale improvviso.

Innamorarsi di una vecchia abitazione, decidere di trasformarla nella casa dei propri sogni, mettere in connessione diretta l’esterno con l’interno giocando con la luce, i materiali e i colori. Svegliarsi ogni mattino felici, insieme. Questo è il sogno divenuto realtà per Claudio, Elisa e Gaia.

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 "La cameretta di nostra figlia è uno spazio giocoso e sognante: dal letto, attraverso le finestre VELUX, Gaia può vedere anche le stelle.”

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