Dove la luce incontra la materia: lo studio di Francesca Pasquali
La luce naturale rivela le trame intime dei materiali e crea un dialogo tra opera e spazio che la ospita. L’artista Francesca Pasquali ci accoglie nel suo studio, FPA Archive, illuminato dalle finestre per tetti VELUX, dove prende forma il suo processo creativo.
Artista
Nata nel 1980 e formatasi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’artista Francesca si dedica all’osservazione delle trame naturali dei materiali che trasforma in installazioni artistiche e sculture di grande impatto. Nella sua ricerca, la luce naturale diventa elemento guida nel dialogo tra materia e spazio.
Da antico fienile a studio immerso nella natura
Situato tra i colli bolognesi e circondato da una natura rigogliosa, lo studio di Francesca Pasquali riflette pienamente il carattere della sua ricerca artistica. Nato dal recupero di un vecchio fienile di famiglia, il Francesca Pasquali Archive unisce memoria rurale e contemporaneità: un ambiente funzionale e accogliente, ristrutturato con cura dallo studio Ciclostile Architettura e reso unico dalla presenza e dalla visione dell’artista. “Sono cresciuta nel podere di famiglia, in questo luogo speciale la natura e i suoi cicli sono parte integrante del mio sguardo sulle cose, che si ritrova nella mia pratica artistica” spiega l’artista. “Da qui è nata l’idea di ristrutturare il vecchio fienile e di farlo diventare una casa studio, un ambiente che potesse accogliere la mia vita e il mio lavoro senza soluzione di continuità.”
Un antico fienile recuperato, oggi è lo studio immerso nella natura e inondato di luce naturale dell’artista Francesca Pasquali. Foto di Maja Karen Hansen.
Il progetto, affidato all’architetto Gaia Calamosca dello studio Ciclostile Architettura di Bologna, è nato dal desiderio di coniugare tecnica e visione, funzionalità e ispirazione. Lo spazio è inondato dalla luce naturale che proviene dalle vetrate e dalle finestre per tetti VELUX.
Racconta Francesca: “Lavorando con molti materiali diversi, una parte dello spazio è dedicata allo stoccaggio, in questo modo ho sempre ben visibili tutte le gamme materiche e cromatiche che ispirano il mio processo creativo. L’area adiacente è dedicata alle prove e agli assemblaggi, ma entrambi gli ambienti di lavoro sono commisti a quelli dove vivo, in un unico fluire di perpetua contaminazione.”
Uno spazio tra vita e arte, materia e luce naturale
L'inizio del percorso artistico di Francesca Pasquali è legato a un’attrazione istintiva verso materiali e oggetti d’uso quotidiano: “Da sempre ho sentito un richiamo forte, primordiale verso i materiali e gli oggetti che mi circondavano o che ritrovavo tra scarti dimenticati, affascinata dalle loro forme e dalle loro modalità di esistere e di trasformarsi.”
Il suo percorso ha poi trovato una direzione più definita durante gli anni dell’Accademia, grazie al continuo confronto con i professori, molti dei quali artisti. È lì che ha gettato le basi per una carriera che ha preso slancio con la partecipazione a premi internazionali, inviti di curatori e mostre collettive.
Oggi, spiega Francesca, lo studio in cui crea le permette di vivere vita e arte all’unisono, sperimentando incontri germinativi e stimolanti tra oggetti, natura, ricordi ed esperienze, per creare opere d’arte pulsanti di vita e ispiratrici di nuove forme.
“Il mio studio è un continuum: mi muovo tra dentro e fuori, passeggiando nella natura rigogliosa che mi circonda, osservando i suoi tempi e rispettando le sue esigenze. Qui tutto è stato pensato per accogliere le mie opere, ma soprattutto l’infinita gamma di materiali che utilizzo, pervasi dalla luce naturale che entra preponderante.”
Anche la luce che entra all’interno dello studio diventa impulso per la creatività, e dona pienezza e struttura a materiali in attesa di essere trasformati.
“Ogni giorno, la luce naturale incornicia ed evidenzia assonanze e risonanze tra le materie: è una fonte di ispirazione continua.”
I materiali da cui Francesca Pasquali trae ispirazione ordinati e in mostra su una delle grandi pareti attrezzate del suo studio. Foto di Maja Karen Hansen.
Una grande parete dello studio è allestita con scaffalature industriali: Francesca lo descrive come un abaco materico colorato e ordinato, dal quale attinge ispirazione in modo costante e che nel tempo è diventato un archivio di oggetti e materiali dismessi, pronti per essere utilizzati.
“In questi spazi la vita è arte e l’arte è vita: non saprei come spiegare diversamente il mio approccio quotidiano alla pratica creativa. La scelta di vivere in modo naturale, isolato, lontano dalla città è fondamentale per mettere porre il mio sguardo e le mie mani a contatto con la materia, organica e naturale, dalla quale traggo spesso ispirazione.”
La pratica artistica di Francesca Pasquali: natura e materiali come fonte di ispirazione
“La mia pratica si gioca in questa dimensione: scoperta e ricerca di materiali, prove e ancora prove di manipolazione e assemblaggio, ascolto e reazione del fruitore, ricerca di ispirazione nella natura e nelle sue forme”, racconta Francesca.
Ad attrarla sono i pattern naturali che la vegetazione e il mondo animale, ma anche quello minerale, offrono al suo sguardo attento. “Come artista ho la responsabilità di dire al mondo, attraverso la mia opera, quanto sia magica, unica e indispensabile la natura, quanto tutti debbano prenderne coscienza.”
Anche gli oggetti e i materiali recuperati di uso quotidiano sono parte integrante di questo intento: “Non lo faccio attraverso manifesti e proclami, ma lavorando performativamente i materiali industriali di riuso e riciclo, destinati a diventare rifiuti. Prendo questi materiali, li trasformo, in un certo senso li nobilito: da antagonisti della natura, diventano emuli della stessa. Non lo faccio gridando, ma raccontando con le mani l’emozione della materia e l’armonia della bellezza.”
I materiali che Francesca Pasquali usa e trasforma per creare le sue opere comprendono oggetti e materiali industriali e plastici, di riuso e riciclo. Foto di Maja Karen Hansen.
Francesca Pasquali descrive come “desiderio fremente” il suo interesse a far incontrare e dialogare i materiali, quelli che lei stessa definisce “d’elezione”, e le persone, la luce, l’aria, la storia e le forme: “È l’unico impulso che anima la mia carriera artistica.“
“I materiali industriali, plastici, di riuso, hanno una specie di forza silente racchiusa sotto la loro coltre. Sembrano dei cuori appena capaci di pulsare che con le mie mani posso rianimare e riscattare.”
“L’emozione, l’istinto, la continua esperienza a contatto con queste materie, lo sguardo teso alla natura che mi circonda fanno scattare il processo creativo dell’opera, sia essa destinata a una parete che a una installazione ambintale di dimensioni monumentali”, continua l’artista.
Setole, un pezzo unico di Francesca Pasquali, opera installata su una parete del suo studio. Foto di Maja Karen Hansen.
In che modo la luce naturale influisce sullo spazio?
“La luce naturale che filtra dalle ampie vetrate e dal tetto mi permette di osservare le infinite trasformazioni della materia, che assemblata in modo sapiente può continuare a mutare, cambiando anche allo sguardo del pubblico e offrendo così trasformazioni inedite e movimenti cinetici virtuali.”
La luce, nelle opere di Francesca Pasquali, è quindi una forza capace di agire direttamente sulla materia: “La luce mi permette di scolpire gli oggetti, assemblandoli, facendoli dialogare e innamorare gli uni degli altri. Cerco un’armonia luminosa nei dettagli della natura e dell’uomo.”
“Vivo alla luce della natura e nella natura della luce: entrambe sono le lanterne che illuminano la mia ispirazione.”
Scopri tutti i progetti di Francesca su www.francescapasquali.com e nel suo studio FPA Archive, Bologna, Italia.